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Colomba di Pasqua farcita: le 10 migliori del 2016
Questa è, in poche (ma dolci) parole, la colomba di Pasqua classica: farina, burro, un tot di uova, il lievito madre imprescindibile, glassa di mandorle e zucchero.
Protagonisti gli agrumi, porzionati in cubetti, esaltati dalla pasta.
Lista di ingredienti essenziale e rigorosa, a cui i più arditi aggiungono un tocco di limone. Non c’è spazio per ingredienti esotici e miscugli stravaganti.
Possiamo dirlo? Il purismo ha rotto le scatole.
PAUSA
Perché fermarsi al palo della tradizione e negarsi certi piaceri collaterali?
Ben vengano le versioni accessoriate e roccocò di certi dolci tradizionali, benedetti quei pasticcieri e i loro pruriti creativi, le interpretazioni a base di frutta, i cioccolati monorigine, le infusioni di spezie.
A noi le declinazioni eretiche e ribelli della colomba pasquale piacciono tantissimo, ne abbiamo assaggiate 20 e selezionato le 10 migliori.
Beccatevi lo spin-off della nostra classifica di ieri (le 15 colombe artigianali di Pasqua migliori del 2016) e meditate sui vostri acquisti last-minute.
#10 PASTICCERIA MAMMA GRAZIA
Colomba “San Pasquale”
Farcitura: amarasche candite e cremoso allo zabajone
Glassa: mandorle a lamelle e zucchero in granella
Pasta: flessuosa, molto umida
Sapore: svettano le amaresche, in un equilibrio perfetto tra zuccheri, aromi e spinta acida. Vellutata la crema allo zabajone, carica nel sapore ma misurata nell’alcol, lontana anni luce da quei pasticci industriali che ci propinavano negli 80s.
Prezzo al kg: 28 euro
Pasticceria Mamma Grazia
Via Vincenzo Russo 136-138 84015 Nocera Superiore (SA)
tel 0815144037
#9 PASTICCERIA MERLO
Farcitura: albicocca semicandita
Glassa: zucchero, mandorle, nocciole, armelline
Pasta: colorata, burrosa, erotica
Sapore: l’impasto (da solo) vale il viaggio mentale, le albicocche candite e ancora turgide aggiungono una nota acidula e rinfrescante.
Prezzo al kg: 30 euro
Pasticceria Merlo, Via Masaccio, 4, 20096 Pioltello MI
#8 TIRI 1957
Farcitura: crema gianduia
Glassa: cioccolato al latte, nocciole tostate
Pasta: ricetta base arricchita con pasta di nocciole pura
Sapore: Immaginate una cosa che nasce buonissima, poi aggiungete una dose liberale di cioccolato e guarnite con nocciole tostate. Un morso e si raggiunge il Nirvana.
Prezzo al kg: 32 euro
Tiri 1957 – Via A.Gramsci, 2/4 Acerenza (Pz)
#7 MAURO MORANDIN
Farcitura: cioccolato bianco e albicocca candita
Glassa: zuccherina, sembra quasi apricottata (ricoperta di gelatina di albicocche). Profumo simil-croissant
Pasta: eterea, leggerissima
Sapore: lungo, persistente, il cioccolato bianco non ottunde la vivacità delle albicocche candite (le migliori della prova d’assaggio)
Prezzo al kg: 30 euro
Aosta – Via Porta Praetoria, 3 – T. +39 0165.34246.
Saint-Vincent (AO) – Via Chanoux, 105 – T. +39 0166.512690.
#6 PASTICCERIA TABIANO
Claudio Gatti, estroso pasticcere di Tabiano Bagni (Parma), grande assente della nostra classifica di ieri. Motivo: il nostro alchimista preferito ha sfornato solo colombe eretiche e sbalorditive (al tè verde, ai grani antichi, alla birra)
Farcitura: Albicocca, ananas, pesca (*sospiro*)
Glassa: zucchero, mandorle dolci e mandorle amare a lamelle, spruzzata finale di maraschino
Pasta: da affondarci la faccia dentro, un cuscino
Sapore: meglio di un cocktail ad un bikini party, esotismo e goduria.
Prezzo al kg: 27 euro
Pasticceria Tabiano – Via delle Fonti, 7 – Tabiano Bagni (Parma)
#5 PIETRO MACELLARO
Farcitura: crema d’arancio (cioccolato bianco, pasta d’arancia, liquore all’arancia)
Glassa: classica, con zucchero e mandorle grezze
Pasta: esuberante nelle uova e arricchita con burro di bufala, innaffiata di liquore all’arancia.
Sapore: una specie di Eden coltivato ad agrumi, la cremina è di quelle da scavare con le dita. Abbiamo sniffato anche la scatola.
Prezzo al kg: 33 euro
Azienda Agricola Pietro Macellaro, via Madonna della Grazie, 28 Piaggine (SA)
#4 PASTICCERIA PEPE
Farcitura: limoncello (crema di limoncello 25%, cioccolato bianco 29%, panna, limoncello 14°)
Glassa: cioccolato bianco, riccioli di cioccolato
Pasta: soffice, cotonata, aromatizzata con pasta limone
Sapore: intenso, la celebrazione del limone. Nota agrumata elettrizzante, la crema è liscia e vivacemente alcolica
Prezzo al kg: 34 euro
Pasticceria Pepe – Sant’Egidio del Monte Albino (SA), via Nazionale 2/4
#3 BIASETTO
Luigi Biasetto, champion du monde, l’eleganza fatta pasticceria (non siamo riusciti ad accaparrarci la sua colomba classica, sigh)
Farcitura: cubetti d’arancia candita, gocce di cioccolato fondente
Glassa: classica, fatta con zucchero, mandorle e cacao
Pasta: arricchita con cacao in polvere. Alleghiamo foto:
Avete mai visto un impasto più bello di questo? Seriamente, dài.
Sapore: s-t-r-e-p-i-t-o-s-o.
L’aroma del cacao, i canditi saporiti, un impasto da manuale dei lievitati.
Prezzo al kg: 34 euro
Pasticceria Biasetto – via Facciolati, 12, Padova
#2 ATTILIO SERVI
Farcitura: lampone e pepe del Sichuan
Glassa: zucchero in granella
Pasta: dorata, lievitazione da urlo.
Sapore: poche chiacchiere, questa colomba è eccezionale, uno dei dolci migliori assaggiati quest’anno.
Acidità del lampone di bosco + piccantezza agrumata del pepe di Sichuan = amore. E freschezza, sensazione insolita per un dolce da zilioni di calorie.
Prezzo al kg: 32 euro
Attilio Servi – Via Campobello, 1/C, Pomezia (RM)
#1 SAL DE RISO
Farcitura: crema al limoncello e bucce di Limone Costa d’Amalfi I.G.P.
Glassa: cioccolato bianco e trucioli e trucioli di cioccolato al limone
Pasta: sontuosa ed elastica
Sapore: attenzione: questo dolce provoca dipendenza, provatene una briciola e non riuscirete a smettere. Inutile affogarla nella dispensa, sentirete il suo richiamo fino in salotto.
E provate a trattenere le lacrime, mentre raschiate la cremina dall’incarto.
Prezzo al kg: 33 euro
Sal De Riso – Piazza Cantilena 1, Minori, Costa D’Amalfi
[Crediti | Link: Dissapore, immagini: Rossella Neiadin]
Cioccolato artigianale: Guido Gobino vs Guido Castagna
C’è un tempo per ogni cosa, ad ogni stagione il suo cibo, e se l’estate è quel periodo dell’anno in cui si mangiano i gelati, la primavera è il limbo tiepido in cui il goloso fa fuori le derrate di cioccolato.
Eggià, mentre schiere di fedeli alla linea affollano le sale di CrossFit e pilates, io ho pensato bene di bruciare il guardaroba primaverile e dedicarmi, anima e curve, a una Prova d’assaggio che profuma di cacao e grassi saturi.
Ricordate le sfide di Dissapore tra prodotti e produttori cult, artigianali (Amedei vs Domori) e non (Nutella vs Nocciolata Rigoni)?
Bene, cari miei, è arrivato il momento di riprendere, e sugli scudi c’è Torino.
CONTENDENTI
Se sei di Torino e ti chiamo “Guido”, il tuo futuro professionale è inscritto in una tavoletta di cioccolato. Se ti chiami Franco te lo puoi scordare, finisci a fare il commercialista.
Agli angoli opposti del nostro ring, uniti nel segno dell’omonimia e del bean to bar (filiera intera, dalla fava di cacao alla tavoletta incartata) abbiamo:
Guido Gobino, il cioccolatiere baffuto con un palmarès da far invidia a una squadra di calcio (le “Tavolette d’oro” si sprecano, gli Award dell’Accademy of Chocolate di Londra, pure).
Inventore del celeberrimo Tourinot, un bocconcino di puro piacere fatto con nocciole e latte (declinato anche al caffè), ha due punti vendita a Torino ed uno a Milano.
Guido Castagna, dalla periferia di Giaveno (TO) alla televisione nazional popolare, calcando i podi delle più importanti competizioni sul cioccolato artigianale.
Molto del suo successo trabocca dall’iconica +55, una crema spalmabile leggendaria. Un prodigio fatto di quattro ingredienti e con una percentuale di nocciole (sessantotto!) da capogiro, record tutt’oggi imbattuto.
Match #1 : Giandujotto*
*Abbiamo messo a confronto il “Giuinott” Castagna con il “Maximo +39”, data la quota di nocciole pressoché identica.
I gioiellini ammantati di arancione, esclusi dal test, sono i giandujotti classici di casa Gobino (fatti fuori anche quelli, non vi preoccupate).
Descrizione del produttore: Maximo +39®
Giandujottino (peso 5 grammi) dal sapore intenso e una consistenza golosamente cremosa, prodotto con più del 39% di Nocciole Piemonte IGP, estruso come tutti gli altri giandujotti (il Classico, il Tourinot) e vincitore assoluto come “Miglior Cioccolato Gianduja” alle premiazioni “Tavoletta d’oro” della Compagnia del Cioccolato dal 2012 al 2016.
Prodotto in edizione limitata da ottobre a marzo.
Ingredienti: Nocciola Piemonte IGP (39%), zucchero di canna, cacao, burro di cacao.
Packaging: sacchetto trasparente con nastrino a scacchi arancioni e viola
Aspetto visivo: colore pieno ed omogeneo, superficie liscia e forma regolare
Esame olfattivo: profumo inebriante di nocciola
Consistenza: vellutato, cremosità dirompente
Gusto: esplosivo, la nocciola svetta sul resto degli ingredienti
Prezzo: 16,50 euro per una confezione da 250 grammi
In breve: irresistibili
Voto: 9,5
Descrizione del produttore: Giuinott.
Il primo giandujotto estruso e tagliato. L’unione tra il pregiatissimo cacao rosso criollo venezuelano Chuao e la Nocciola Piemonte IGP (40%), crea un equilibrio di gusti armonici che delizia il palato e appaga i sensi.
Medaglia d’oro all’International Chocolate Award dal 2013 al 2016
Ingredienti: Nocciola Piemonte IGP 40%, zucchero di canna, fave di cacao Chuao Venezuela, burro di cacao.
Packaging: sacchetto trasparente con nastrino di raso azzurro polvere.
Aspetto visivo: tonalità calde, privo di striature
Esame olfattivo: profumo di nocciola tostata
Consistenza: burroso, dilagante
Gusto: perfettamente bilanciato, la nocciola si rivela pian piano, persistente sul finale
Prezzo: 6,00 euro per una confezione da 100 grammi
In breve: climax
Voto: 9
Match #2 : Cioccolato Fondente
Descrizione del produttore: Tavoletta Extrafondente 64% Guido Castagna “Cento Grammi”.
Cioccolato fondente con il 64% di cacao. Miscela con prevalenza di cacao Arriba e Venezuela che dona un gusto piacevole e non amaro (from bean to bar).
Ingredienti: fave di cacao, zucchero di canna, burro di cacao, Emulsionante: Lecitina di soia (senza OGM). Cacao minimo 64%, concaggio 48 h.
Packaging: cartoncino ruvido marrone scuro, scritte lucide in rilievo. Design molto gradevole e pulito.
Aspetto visivo: tavoletta spessa, abbellita da linee ipnotiche e sinuose
Udito: suono fragoroso ed acuto
Tatto: superficie levigata
Esame olfattivo: profumo floreale e zuccherino, ricorda il miele
Gusto: grande dolcezza, aromi fruttati e rotondità spiccata. Si scioglie in bocca con grazia estrema, cremosissimo, la consistenza perfetta ma più scarico del cioccolato Gobino dal punto di vista aromatico.
Peso netto: 100 grammi
Prezzo: 4,50 euro
In breve: rassicurante
Voto: 8
Descrizione del produttore: Tavoletta Extra Bitter Blend 63%, Selezione Guido Gobino.
Realizzato unicamente con cacao pregiati, burro di cacao e zucchero di canna. Una tavoletta dedicata agli amanti del Cioccolato Fondente da degustazione, con un gusto rotondo ed un’acidità moderata (from bean to bar)
Disponibile in due formati, da 55 e da 110 grammi.
Ingredienti: cacao, zucchero di canna, burro di cacao. Cacao 63% minimo.
Packaging: astuccio in cartone giallo grano, finestrella trasparente e immancabile sigillo arancione, il colore dell’azienda.
Aspetto visivo: colore scuro, incisioni elegantissime e superficie lucida
Udito: snap secco
Tatto: setoso
Esame olfattivo: profumo di tostati scuri, caffè, frutta secca
Gusto:persistente, nessuna traccia di acidità. Una scarica di aromi tostati con un bacio di vaniglia e prugna.
Peso netto: 110 grammi
Prezzo: 6,20 euro
In breve: equilibrato
Voto: 8,5
Match #3 : Crema spalmabile alla nocciola
Descrizione del produttore: Crema Gianduja
Vincitrice assoluta come “Miglior Crema Spalmabile” secondo il premio “Tavoletta d’Oro 2011”, ha come protagonista la Nocciola Piemonte IGP tostata presso i nostri laboratori e raccolta direttamente dai campi di coltivatori che collaborano con l’azienda sin dai suoi esordi.
Per la realizzazione di questo prodotto si utilizza il procedimento del concaggio a secco, il quale consente una maggiore valorizzazione del cacao ed un minor uso di grassi.
Ingredienti: Nocciola Piemonte IGP 45%, zucchero, cacao magro in polvere, latte scremato in polvere. Emulsionante: Lecitina di soia (senza OGM) bacche di vaniglia Bourbon del Madagascar
Packaging: solido. Barattolo di un bel vetro spesso e tappo laminato color argento.
Aspetto visivo: brillante e scura
Esame olfattivo: odore intenso di nocciola e derivati del latte
Consistenza/spalmabilità: fluida, estremamente spalmabile.
Gusto: la nocciola esaltata dall’aromaticità del cacao, si avverte un leggero retrogusto di caramello, presenti piccoli cristalli che solleticano la lingua
Peso netto: 220 g
Prezzo: 10,50 euro
In breve: la Nutella che vorrei
Voto: 9
Descrizione del produttore: Crema spalmabile alla nocciola “+55”
L’ingrediente principale della +55 di Guido Castagna è la Nocciola Piemonte IGP, presente al 68%. Dolce e cremosa, è una crema che soddisfa i palati più fini. Prodotto senza glutine, nei formati da 100 e 200 g.
Medaglia d’oro agli International Chocolate Awards dal 2012 al 2016.
Ingredienti: Nocciole Piemonte IGP 68%, zucchero, cacao, burro di cacao.
Packaging: bruttino, plasticoso, pare un vasetto di crema per il viso (scadente)
Aspetto visivo: colore chiaro, sembra caramello mou
Esame olfattivo: pungente e selvaggio
Consistenza/spalmabilità: molto areata, ricorda il burro montato
Gusto: delizioso di nocciola pura, stemperato da una boccata burrosa potentissima
Peso netto: 100 g
Prezzo: 5,00 euro
In breve: da brividi lungo la schiena
Voto: 9,5
Guido Gobino riesce a ad aggiudicarsi 2 round su 3, e per un briciolo di punti.
Ma prima di congedarvi con il più classico degli interrogativi, per chi fate il tifo in pratica, due richieste per i protagonisti del nostro pressure test.
A Guido Gobino vorrei dire che: c’è bisogno di una crema spalmabile con più nocciole.
Sperimenta e formula qualcosa che mi difenda dalle brutture della vita, tipo la domenica pomeriggio senza il dolce.
A Guido Castagna vorrei dire che: la +55 è superlativa, il barattolo è finito e vorrei prendere il muro a testate. Ma quella confezione, per il cibo degli dei, sembra l’antirughe del Lidl. Cambiala.
[Crediti | Link: Guido Gobino, Guido Castagna | Immagini: Rossella Neiadin]
Mozzarella: 8 piatti stellati troppo buoni per dire no
Quali sono i piatti stellati a base di mozzarella che ricordo con maggiore nostalgia?
Me lo sono chiesto durante l’abbuffata di questi giorni a Le strade della mozzarella (non solo mediatica per fortuna), durante la quale mi è piovuta addosso mozzarella di bufala campana DOP in una moltitudine di ricette.
A congegnarle con diabolica attitudine sono stati chef e pasticcieri di gran vaglia come Antonia Klugmann, neo stella Michelin per L’Argine a Vencò (GO), Ernesto Iaccarino del ristorante Don Alfonso di Sant’Agata sui due Golfi (NA), Alfonso Pepe della Pasticceria Pepe di Sant’Egidio del Monte Albino, i miei preferiti dell’evento organizzato a Pestum e arrivato ormai all’edizione numero 9.
Ma c’erano anche Matteo Baronetto, Enrico Crippa, Davide Oldani, Philipe Léveillé, Andrea Berton, Ernesto Iaccarino, Luca Abbruzzino, Luigi Taglienti, Mauro Colagreco e tanti altri.
Torniamo alla domanda iniziale: quali sono i piatti stellati a base di mozzarella di cui non riesco a cancellare il ricordo? Ecco con l’aiuto delle foto di Grand Italian Chefs le mie 8 risposte.
Dimentico qualcosa?
#1 VESUVIO DI RIGATONI
Alfonso e Ernesto Iaccarino
Iconica cartolina napoletana congegnata anni fa dallo chef Alfonso Iaccarino in quella trasposizione terrena del paradiso che è il ristorante Don Alfonso, a Sant’Agata tra i due Golfi. E che suo figlio Ernesto ha continuato a perfezionare nel corso degli anni.
Rigatoni come pendici del vulcano farciti da ricotta e mozzarella in una specie di timballo haute cuisine, ricoperto dalla lava, o meglio, da un ragù leggero di pomodori San Marzano.
#2 NUVOLA DI CAPRESE
Pino Cuttaia
Presentato proprio alle Strade della Mozzarella, edizione 2013, il piatto ha richiesto a Pino Cuttaia, chef del ristorante La Madia di Licata (Agrigento) una struttura elaborata.
L’impalpabile pellicina formata dal liquido di governo della mozzarella viene posata sopra una spremuta di pomodori rosso vivo –varietà datterino– profumata di aglio e basilico. Così la finta mozzarella dà il suo meglio, come una sposa in bianco quando arriva il grande giorno.
#3 PIZZA AL CONTRARIO
Rosanna Marziale
Probabilmente il piatto più famoso di Rosanna Marziale, chef del ristorante Le Colonne di Caserta, in vena di provocatori ribaltamenti dei ruoli. Così l’impasto della pizza diventa la mozzarella stessa. E invece della classica farcitura abbiamo il pane croccante sbriciolato con la salsa di pomodoro.
Proprio come una fotografia, che ha il suo negativo, questa ricetta è il negativo della tradizionale pizza napoletana con pomodoro e mozzarella.
#4 ZUPPA DI COZZE NEL LATTE DI MOZZARELLA NERA
Rosanna Marziale
In missione per conto della mozzarella di bufala campana, Rosanna Marziale è una vera specialista della materia. Con tanto di lettore mp3 abbinato ai piatti per degustare con il palato, gli occhi, il naso, i polpastrelli ma anche con le orecchie (all’udito arrivano parole, suoni e musiche).
Alla mozzarella ha dedicato decine di piatti composti e cucinati con inventiva e senso per l’estetica. Questo risale al 2008: sono cozze sgusciate, servite nel latte di mozzarella aromatizzato e colorato dal nero di seppia, con tagliatelle al nero.
#5 CHEESECAKE DI MOZZARELLA
Rosanna Marziale
Non è un dipinto su tela ma un piatto da mangiare, nonostante il contrasto tra il candore della mozzarella di bufala e le macchie rosso scuro schizzate dai frutti di bosco alimenti più di un dubbio.
Pochi chef riescono a ricavare dall’accostamento del latticino campano con gli altri ingredienti effetti pittorici come questi, riuscendo nel contempo a ravvivare il concetto di cheesecake.
#6. FIOR DI TONNO
Luigi Sartini
Luigi Sartini è lo chef, allievo di Gualtiero Marchesi, capace di portare la stella Michelin a San Marino, nella Taverna della famiglia Righi, di cui dal 2016 è diventato proprietario.
Amore dichiarato per il latticino campano, Sartini lo abbina in questo antipasto, uno dei piatti più amati dai clienti del ristorante sul Monte Titano, al tonno condito da una saporita salsa al pomodoro con capperi piccanti, generosamente guarnito da straccetti di mozzarella.
#7. OVOMOZZO
Rosanna Marziale
Questa volta il gioco di prestigio di Rosanna Marziale consiste nell’inserire un uovo all’interno dell’involucro di mozzarella. Ci riesce passando la mozzarella per mezzo minuto nel forno a microonde per poi appiattirla con cura. Inserisce l’uovo cotto a bassa temperatura e richiude la mozzarella come fosse un pacchetto. Completano il piatto una delicata combinazione di acqua di riso e acqua di pomodorini del Piennolo.
Un perfetto piatto vegetariano, molto scenografico.
#8 BATTUTA ALLA CAPRESE
Giorgio e Gian Pietro Damini
La definizione di prima macelleria al mondo premiata con la stella Michelin non dice tutto di Damini – Macelleria & Affini, ad Arzignano (VI): ristorante raffinato da cinquanta coperti, bottega con il meglio della produzione artigianale italiana (carni, salumi, formaggi, confetture…), enoteca con oltre mille etichette.
Chiaro però che nel menu dei fratelli Damini sono i piatti di carne a rubare la scena. Come questo antipasto congegnato da Giorgio, una tartare scomposta per dare risalto alla qualità dei singoli ingredienti. Carne di razza Limousine allevata in proprio, pomodoro fresco e mozzarella di bufala campana.
[Crediti | Link: Dissapore, immagini: The Great Italian Chefs]
Tutte le torte al cioccolato che vale la pena preparare
Dire “torta al cioccolato” è un po’ come tirare in mezzo la musica senza conoscerne la genealogia.
Rock è il progressive dei Genesis, quello psichedelico dei Jefferson Airplane. E il Kraut dei Tangerine Dream? Lo stoner dei Kyuss?
Rock pure quello.
Eppure, nell’immaginario collettivo dei palati annoiati e tutti uguali, la torta al cioccolato è solo quella mattonellina asciutta, stantìa, e solitamente ricoperta da una ditata di polvere e zucchero a velo.
Dove sono i fondant alla francese, la Foresta Nera, le contaminazioni? Il rock è solo di chi suona la Stratocaster?
Qui una lista, aggiornata e imperdibile, delle ricette al cioccolato testate a approvate da dissapore, più un’insospettabile new-entry.
1. Senza glutine: Torta Caprese
In breve: dolce da dispensa, naturalmente privo di glutine e tipico dell’isola di Capri. Si prepara miscelando sapientemente mandorle tritate, cioccolato fondente, zucchero, burro e uova.
2. Vietata ai minori: Torta al cioccolato e birra
In breve: Se è vero che l’alcol evapora col calore, l’aroma della birra scura, vivaddio, resta.
È la torta che accompagna i festeggiamenti di San Patrizio, fondente e profumata, con una soffice glassatura al formaggio cremoso e panna, a simulare la spuma che sigilla i boccali.
3. Evergreen: Torta Sacher
In breve: Dolce leggendario protetto da copyright, la ricetta originale langue in chissà quale cassaforte dell’omonimo Hotel.
Biscotto al cacao farcito con confettura di albicocche, nappato e ricoperto da una sottile glassa al cacao, solitamente servito con uno spuntoncino di panna montata.
4. Proposta indecente: Torta al cioccolato e caramello mou salato
In breve: è la torta al cioccolato più laida mai sperimentata: un guscio al cacao ripieno di caramello salato e innaffiato di ganache fondente e brillante.
Ho sentito gente mugolare dopo averla addentata.
5. La parte croccante: Crostata al cioccolato di Ernst Knam
In breve: per chi detesta le torte farcite col mastice e rifugge i dolci che sanno di asciugamano.
La frolla al cacao ripiena di cioccolato e crema pasticciera è patrimonio Unesco
6. Senza burro, latte, uova : Torta al cioccolato vegan
E’ la torta al cioccolato dei “senza”, al suo interno non vi è traccia di burro e uova.
Come fa un dolce senza dolce ad essere così sexy, misterioso ed invitante, e non rassomigliare neanche lontanamente ad un disco di compost pressato?
Chiedetelo a Nigella Lawson, nostra signora dell’abbondanza e dei twin set, che ha inserito questa torta nel volume “Simply Nigella”, il suo ultimo ricettario.
Ps. Se non vi fidate della sottoscritta, che ha pesato con amore tutte le dosi riportate in cucchiai e cucchiaini, trovate qui la videoricetta targata BBC.
Torta al cioccolato vegan
dose per una teglia da 20 cm
Per la torta:
225 g di farina 00
1 cucchiaino e ½ di bicarbonato di soda (8 g)
½ cucchiaino di sale fino (3 g)
1 cucchiaino e ½ di caffè solubile (3 g)
75 g di cacao amaro
300 g di zucchero di canna grezzo
375 ml di acqua bollente
75 g di olio di cocco (o 90 ml se fuso)
1 cucchiaino e ½ di acetto di vino bianco o di mele (7,5 ml)
Per la glassa al cioccolato:
60 ml di acqua fredda
75 g di burro di cocco (o burro vegetale/margarina/crema di mandorle/tahina)
50 g di zucchero di canna grezzo
1 cucchiaino e ½ di caffè solubile (3 g)
1 cucchiaio e ½ di cacao amaro (15 g)
150 g di cioccolato fondente al 70% tritato finemente
Per guarnire (opzionali):
1 cucchiaio di petali di rosa disidratati
1 cucchiaio di pistacchi tritati
Inizio preriscaldando il forno a 180° (modalità statica) e nell’attesa fodero lo stampo da 20 cm con carta forno, rivestendo il fondo e le pareti della teglia.
Per il circolo perfezionisti anonimi: date un’occhiata al nostro video dimostrativo e acquisite la tecnica.
La glassa
Verso l’acqua fredda, il cacao, il caffè solubile, il burro di cacao* e lo zucchero di canna in un pentolino, porto tutto a bollore rimestando con una frusta.
Quando il composto comincia a borbottare e gli ingredienti sono completamente dissolti allontano dal fuoco e aggiungo il cioccolato fondente tritato finemente. Lavoro con la frusta fino ad ottenere una glassa liscia e lucida, metto da parte e lascio raffreddare.
*il burro di cacao renderà la glassa un po’ più spessa e densa.
La torta
Due terrine di fronte a me.
Nella prima verso la farina setacciata con il cacao, il bicarbonato, il sale ed il caffè solubile. Miscelo le polveri con una forchetta per eliminare i grumi.
Nella seconda scodella mescolo lo zucchero di canna, l’aceto di vino bianco e l’olio di cocco con l’acqua bollente, lavoro il composto con una spatola fino a disintegrare i blocchi di olio di cocco galleggianti.
Unisco il mix di polveri agli ingredienti liquidi, giro velocemente per amalgamare il tutto e verso l’impasto nello stampo.
Cuocio in forno a 180° e trascorsi 35 minuti controllo la cottura con uno stecchino, come da ricetta.
Niente, la torta è ancora umida, paziento e lascio cuocere per 45 minuti in tutto.
Lascio raffreddare nello stampo e capovolgo su un’alzatina.
Ricopro la torta con la glassa al cioccolato aiutandomi con una spatola, decoro i bordi con poco zucchero dorato (potete guarnire la superficie del dolce con frutta fresca/secca e tritata).
Attendo 30 estenuanti ed interminabili minuti, ritaglio una fetta generosa e mi preparo all’assaggio.
Il profumo di cacao e caffè è euforizzante, la mollica è umida, “fudgy” direbbero gli inglesi, il sapore (eccezionale) è di quelli che non ti aspetti da un dolce censurato e assemblato per sottrazione.
Il mio compito pare terminato, per ora.
Dimentico qualcosa? Suggerimenti per le prossime ricette a base di cioccolato?
Sciogliete le falangi e sotto coi commenti, rispondo anche a ore pasti.